Non sono brava a descrivere le sensazioni fisiche, ma posso dire che, intorno all'una di notte del 13 agosto, ho avvertito un dolore intenso e ascendente, ma che non durava molto, nel basso ventre, o basso pancione, che ho identificato come contrazione da parto. Ero giá fuori tempo di una settimana, i miei fabbricatori (oddio cosa mi é uscito...) in casa da due - ora stanno reimpatriando - e sinceramente avevo voglia che succedesse al piú presto (il parto e il reimpatrio). Ho guardato l'ora e aspettato le seguenti contrazioni per cronometrarne la frequenza, nel frattempo avvertivo piacere sottoforma leopardiana di cessazione del dolore, e leggevo riviste preparatorie. In una c'era scritto che il travaglio durava intorno alle sei ore, c'ho creduto ingenuamente, mi sono lavata e depilata le parti basse molto piú barbaramente di come lo avrebbero fatto le/gli infermieri, e dopo aver dormicchiato un po', verso le 7 e mezza sono andata all'ospedale. Lì, ho dovuto aspettare altre 16 ore prima di dare alla luce il pargolo, alla faccia della rivista... Non ho simpatia per gli ospedali, ma dopo tutto preferivo stare in un posto dove si partorisce che non in uno dove sono io l'unica con le doglie, sembra banale ma é così.
Le ultime ore, le contrazioni si sono fatte piú intense, piú lunghe e piú frequenti, é arrivata la epidurale ma metá del mio corpo non ha voluto saperne, cosí dopo un po' è arrivata una seconda dose di epidurale, che mi ha reso molto loquace e mi ha portato nell'aria, a radiocomandare il mio corpo da un metro di altezza. Spingi come se dovessi andare in bagno, mi diceva l'ostetrica, ed ecco intervenire la memoria a pilotare un movimento che il mio corpo non percepiva assolutamente, ma che in un paio di spinte ha espulso la bellissima creatura.
Me l'hanno consegnato subito in braccio, mentre il mio compagno tagliava il cordone, era messo in forma di uovo, gli mancava solo il guscio. Me lo aspettavo stropicciato e contratto, e invece, pelle liscia ed espressione non estraniata. Uguale al nonno gitano, come mi aspettavo, ma non si puó ancora dire, potrebbe avere la mia bocca, non che me ne freghi nulla se mi assomiglia o no.
Ho passato un altro giorno in ospedale con il bambino accanto in stanza con me e poi mi hanno mandata a casa, piú leggera. Quindi, sí alla medicalizzazzione del parto, ma, attenzione, allattamento materno, preferisco evitare troppi strumenti, oggetti, dosaggi e troppe visite mediche.
Dare il latte é una delle cose meno istintive che abbia mai sperimentato, si é fatto desiderare, ma poi é venuto, con prepotenza. Ora il seno ha preso il posto della pancia come centro dell' attenzione del mio corpo. Anche senza il bambino dentro, non posso ancora dormire a pancia in giú.
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1 comment:
auguri, a te, al padre, al bimbo. quando ti va, rispondi. ma la mia mail l'hai mai ricevuta?
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