Monday, July 31, 2006

Raccordo

É da un mese che sono qui in andalucia e mi sembrano anni, ma in fondo era questo che volevo, dilatare il tempo. Un po' meno sofferenza non avrebbe guastato, ma come direbbe la mia amica gitana, ad ogni dolore ti si aprono gli occhi. Ho trovato una casa enorme bianca e vuota, poco a poco la sto riempiendo, dovró lavorare per mantenerla. O qualcuno potrebbe venirmi a trovare e installarsi in una delle 4 stanze e/o 2 terrazze a disposizione. Mi hanno regalato una gattina, l'ho chiamata soledad, come il sentimento piú frequente di queste settimane.
Meno male che c'è la mia amica flamenca che mi fa parlare ridere e battere le mani, ma la vedo solo il sabato perché il resto dei giorni lavora nelle case dei 'benestanti' in vacanza.
Devo tagliar corto, ci sono offerte interessanti a vueling.com e myair.com, per chi ha orecchie per intendere.

Wednesday, July 12, 2006

Jerez de la frontera

La brasiliana di cui sotto, quella che mi aveva affittato una stanza, mi ha cacciato di casa malamente, non perché aveva previsto che non le avrei pagato l'affitto di ottobre, bensí perché non parlo abbastanza della mia vita, non compro prodotti per il corpo adeguati, sono troppo hippie quando potrei essere una buona cameriera, ma soprattutto perché sono del saggittario. Piú tutta una serie di cose che non vale la pena ripetere ma che indubbiamente restituiscono una immagine di me che non corrisponde a quella che ho io e varie altre persone indubbiamente piú vicine. Le ho detto che sprofonderá nella sua stessa merda, non ho saputo fare di meglio. Volevo regalarle una profezia, lei l'ha intesa come una minaccia, ha chiamato subito il mio compagno (che invece poteva rimanere) allarmata, ma io non perdo tempo o energie per vendette in questo caso. Sono andata invece a Jerez de la Frontera, patria della buleria, dei cavalli e del motociclismo, e in due mattine ho trovato (incrociamo le dita) casa, lavoro e amicizie. Nel frattempo sto a casa della mia amica gitana, l'unica persona che mi comprende in questo momento, perché va detto che mi sono anche separata dall'altra metá per capire un po' meglio la situazione, e perché la capisca lui pure. Jerez mi entusiasma, nonostante i suoi 49 gradi e nonostante non dia al mare. Se tutto va bene come spero, vivró in una casa andaluza super popolare con un patio interno e una terrazza dove stendere i panni, e tanti vicini vecchi e bambini. In attesa che finisca la stagione degli affitti stellari per stare vicino al mare.

Tuesday, July 11, 2006

La donna come scaricatrice di porto

In questo articolo analizzeremo la funzione della donna nello scaricare il pesce e problematizzeremo alcuni nodi in merito alla questione della discriminazione di genere nell'ambito del territorio portuale, prendendo ad esempio il caso di L., 29enne, bianca, ceto medio-basso, atea, bisessuale e anche un po' rompicoglioni. In un porto del sud della spagna che non menzioneremo - ma va precisato che ogni porto ha le sue leggi - L. entra nel molo con un altro giovane, che chiameremo per comoditá 'el gitano', che non é il suo compagno, il porto in questione é recintato, un poliziotto portuale all'entrata, la guardia civile all'uscita, un vigilante nel molo. L. guida la macchina e si reca dove attraccano le barche, ci sono gruppi di uomini che aspettano le barche, guardando in silenzio, el gitano spiega a tutti quanti uno per uno che L. é la fidanzata di quello che é venuto il giorno prima e che oggi non é potuto venire e avendo lei la patente...Intanto molto silenzio, molte occhiate, il ghiaccio che non arriva e il muletto con le casse di plastica nemmeno. Ma le barche sono giá lí e solo quella conosciuta da L. comincia a scaricare, le altre ferme in sciopero con l'equipaggio attorno alla suddetta barca, a guardare in primo luogo l'unica barca che scarica il pesce e che non ha risentito dello sciopero, secondariamente l'unica donna che probabilmente sia mai entrata nel porto senza avere 70 anni e senza vendere i biglietti di una sub-lotteria che funziona con le estrazioni del lotto ma allo stato non regala nulla. Molto silenzio, L. sapeva che di solito il clima era piuttosto animato dal punto di vista del linguaggio sessista, ma quel giorno nessuno aveva detto nulla, tutto l'equipaggio dell'unica barca che scaricava lavorava, L. passava le casse con l'obiettivo di raccogliere due ceste di pesce azzurro (caballas) da 30 kili l'una e andarlo a vendere ai ristoranti e in strada, con el gitano.
Il lavoro continua quando a un certo punto arriva il poliziotto portuale, si apparta con el gitano y el gitano torna dicendo a L. che deve aspettare fuori.
A questo punto L. si avvicina al poliziotto e chiede quale sia il problema, il poliziotto risponde "Tu vedi altre donne qui? NO, e allora vai fuori".
L. non puó dargliela vinta con questo tipo di spiegazione, come accennavamo prima enumerando le varie categorie di appartenenza della suddetta, e risponde "Io non vedo cartelli che dicano che le donne non possono entrare qui" e poi la formula magica "non mi stará mica discriminando in quanto donna?" Il poliziotto, a cui probabilmente avevano spiegato da poco che la discriminazione é una cosa brutta, [in effetti questa accusa in spagna funziona molto bene, mette tutti sulla difensiva, chissá perché... N.d.r.] dice che nel porto possono stare solo persone autorizzate o persone relazionate con persone autorizzate, L. per non mettere nella merda altri, esce, non senza aver fatto una buona chiaccherata con il poliziotto, di cui poche tracce sono documentate. Nel frattempo, a detta del gitano, l'equipaggio si ribella, comincia a prendere a pesci in faccia, fuor di metafora, il guardiano del molo che si ripara fuori a chiacchierare con L., spiegando le regole del porto e della presenza femminile, adducendo varie motivazioni leggermente piú accettabili di quelle del poliziotto precendente (le prostitute che si infiltrano a volte), ma questa parte merita un articolo a parte che uscirá probabilmente nel prossimo numero di "Scaricare donna".