Wednesday, September 12, 2007
Donne-madri
Non sogno di andare a spasso con un'altra mamma e il suo passeggino, non ci avrei neanche pensato se non fosse che me l'hanno proposto. Oltretutto nei marciapiedi qui non ci sta neanche una peresona. Preferisco uscire con gente che non ha figli e vuole sperimentare lo spingere un passeggino e il sentirsi dire da tutte le passanti "Que cosita mas preciosa!", "que tiempo tiene?".
Forse dovrei provare, dubito di trovare qualcuna con cui condividere l'idea di ambivalenza dell'amore materno - rabbia e tenerezza insieme vs amore incondizionato (Adrianne Rich). Meno male che ci sono i libri. Comunque del mio pargolo non mi posso lamentare.
Monday, September 03, 2007
Questione di tempo
Friday, August 24, 2007
Gael
Insomma, alla fine si chiama Gael, devo ripeterlo qualche volta prima che lo capiscano. Non é difficile, sono solo quattro lettere (l'accento sulla e) ma é sconosciuto, e questo genera un certo sconcerto iniziale che a quanto pare allunga il processo di intendimento.
Mia nonna ha fatto subito la trasposizione biblica, trasformandolo in Gioele, chiaramente quando non si conosce qualcosa si tende ad assimilarlo a qualcosa che si conosce giá.
Ma la cosa piú assurda mi é capitata all'anagrafe, all'ora di produrre il libro di famiglia. La funzionaria, tra morticia adam e una sorellastra di cenerentola, alla verbalizzazione del nome ha preso il suo libro dei nomi e ha riscontrato che Gael non figura, così, dopo 4 ore di attesa cominciata alle sette del mattino, ha avuto il coraggio di dire: nel libro non c'è, dovete andare su internet e cercare il significato e l'origine di questo nome perchè non è chiaro se sia maschile o femminile, poi tornate. Attenzione, il ragionamento é tortuoso. Sottintende varie cose: non si puó dare a un figlio il nome che vuoi se non compare nel libro dei nomi; dal significato e dall'origine del nome si capirebbe se va bene per un maschio o per una femmina; in un tribunale fa fede un sito internet quale mondoalfemminile.com come fonte ufficiale, attendibile e autorevole per determinare come si chiamerá tuo figlio; non é ammessa nessuna forma di ambiguitá di genere nel nome che darai a tuo figlio.
Ho provato a dire che non ero pratica di internet e che c'è un attore famoso che si chiama Gael Garcia Bernard (La mala educacion di Almodovar, Amores perros, Y tu mama tambien), ma non c'è stato verso. Ho dovuto tornare con un docomento word fatto di copia-incolla (avrei potuto scriverlo io) in cui si diceva che Gael in castigliano é un nome maschile, anche in francese, ma in rari casi casi poteva essere femminile. Ha cercato di attaccarsi anche a quello, ma alla fine a desistito. Che fatica!
Tuesday, August 21, 2007
Nel nome della madre
Sará perché ce l'ho avuta qui per tre settimane, in un momento piuttosto particolare della mia vita, ma d'altra parte contro l'istinto alla sopravvivenza della specie e della stirpe, pare non si possa fare molto. Una nuova nascita in una famiglia rimane un evento eccezionale a cui la famiglia deve partecipare. Deve essere stato molto contraddittorio per non dire una vera e propria situazione paradossale dal punto di vista di mia madre trovarsi a riprodurre con il nipote le stesse coccole e paroline che ripeteva a me da piccola e allo stesso tempo vedersi a che fare con il risultato superscontroso, ipercritico e antipatico di tutto ció.
Continuo ad avere certe riserve verso i legami non scelti, quelli scelti dovrebbero essere parificati (non solo la coppia, ma il circolo, la comunitá), lo dico avendone appena creato uno scelto solo da una parte.
Ferragosto, o Santa Epidurale
Le ultime ore, le contrazioni si sono fatte piú intense, piú lunghe e piú frequenti, é arrivata la epidurale ma metá del mio corpo non ha voluto saperne, cosí dopo un po' è arrivata una seconda dose di epidurale, che mi ha reso molto loquace e mi ha portato nell'aria, a radiocomandare il mio corpo da un metro di altezza. Spingi come se dovessi andare in bagno, mi diceva l'ostetrica, ed ecco intervenire la memoria a pilotare un movimento che il mio corpo non percepiva assolutamente, ma che in un paio di spinte ha espulso la bellissima creatura.
Me l'hanno consegnato subito in braccio, mentre il mio compagno tagliava il cordone, era messo in forma di uovo, gli mancava solo il guscio. Me lo aspettavo stropicciato e contratto, e invece, pelle liscia ed espressione non estraniata. Uguale al nonno gitano, come mi aspettavo, ma non si puó ancora dire, potrebbe avere la mia bocca, non che me ne freghi nulla se mi assomiglia o no.
Ho passato un altro giorno in ospedale con il bambino accanto in stanza con me e poi mi hanno mandata a casa, piú leggera. Quindi, sí alla medicalizzazzione del parto, ma, attenzione, allattamento materno, preferisco evitare troppi strumenti, oggetti, dosaggi e troppe visite mediche.
Dare il latte é una delle cose meno istintive che abbia mai sperimentato, si é fatto desiderare, ma poi é venuto, con prepotenza. Ora il seno ha preso il posto della pancia come centro dell' attenzione del mio corpo. Anche senza il bambino dentro, non posso ancora dormire a pancia in giú.
Tuesday, August 07, 2007
Porti o frontiere
Friday, August 03, 2007
ultimi giorni
Mi danno 2.500 euro per fare un figlio, si tratta di sapere come e quando. Non so cosa pensare di questa manovra, peró non posso dire che mi venga male. Questi soldi per ogni neonato e per ogni nuovo adottato. Supermanovra elettorale, un po' di destra, ma perché no?
Monday, July 23, 2007
La famiglia...
Non sono proprio sicura che mia madre sia la persona migliore ad essere presente in questo frangente della mia vita, lei che si è passata il parto talmente male che neanche se ne vuole ricordare. Non verrá per senso del dovere? Non staremo pensando di farci dei favori scomodi a vicenda? In effetti mi ha chiesto, prima di comprare il biglietto di sola andata (..), se considerassi opportuno che venissero, io ho creduto di aver bisogno di un appoggio e ho detto sí. Ma sí, di certo sará un valido aiuto. Magari mi annaffia lei le piante...
Oggi ho visto la faccia del bambino nell'ultima ecografia che mi spetta prima del parto, ha il naso a porcellino, labbra grandi e guance enormi, ma bisogna considerare la deformazione del liquido amniotico. E' messo a testa in giú, perché, in quanto maschio, é furbo e sa da dove deve uscire, parola di ginecologo.
Wednesday, July 18, 2007
storie di vita e di gatti
C'è chi dice che le madri uccidano o si mangino la nidiata perché sanno giá che i cuccioli non sopravviveranno, io credo piuttosto che esista una tendenza al rigetto dei cuccioli a cui non hanno dato un nome per tabú. Nella specie umana si chiama depressione post-partum, meno male che c'è la psichiatria a mettere etichette, ma potrebbe benissimo chiamarsi istinto all'estinzione. Con la conservazione della specie, il desiderio di procreare o l'istinto materno non si cercano tante spiegazioni. Comunque il gattino a quanto pare aveva due cisti, una nell'occhio e una nel culo, mi va bene pensare che sia stata questa la causa del decesso.
Il giorno prima ero andata in comune a dichiarare la morte del mio gatto maggiore, ma per fortuna questo non era vero, l'ho fatto solo per sfuggire al controllo del veterinario ufficiale, che si attiva ogni volta che si va al medico di urgenza per colpa di un animale. Volevano mettere il gatto sotto osservazione, ma il gatto é molto meglio che lo osservino le persone che lo conoscono da piú tempo e capiscono la sua lingua.
La posa con la pittrice ha dato vita al bozzetto di una forma interessante, rotonda, articolata, vista dall'alto, vedremo il quadro.
Saturday, July 14, 2007
gravidanza e arte
Monday, July 02, 2007
allenamento o masochismo?
Comunque, domenica si é giá passato una giornata in spaiggia, il gattino bebé, e il prossimo fine settimana se ne passerá due in campeggio, speriamo che viva, sono proprio curiosa di sapere che cosa verrá fuori. Potró finalmente vedere cos'é istinto e che cosa si impara. Anche nei gatti. Non gli ho ancora dato un nome, aspetteró che passi un mese, ora ha giá 6 giorni.
Il gatto grande, ribattezato Lilo, ha rischiato di fare la stessa fine della gatta di prima, bonanima: si é visto assediato dai tre cani dietro al muro della mia casa, ma il mio compagno in versione sandocan, l'ha salvato saltando al di lá del muro e lanciandolo in aria verso il nostro giardino. Peccato che il gatto sia caduto proprio sopra di me e mi abbia morso e graffiato, ma non é grave. Il giorno prima mi era saltato sulla pancia dopo lo spavento per la cagna di un amica, la quale cagna mi aveva graffiato nuotando al mare, poco prima che mi pungesse una vespa. Mi sento, come dire, un bersaglio della natura. Oggi mi hanno proposto di crescere due passeri caduti da un nido e sono riuscita a dire no.
Tuesday, June 19, 2007
La vita e la morte
Un altro pensiero ricorrente in questi giorni é stato il ricordare/rivivere un sacco di momenti passati, di vedere nuove intersezioni tra una piega e l'altra della mia vita. Le ultime settimane prima di dare una vita saranno come gli ultimi momenti prima che ne finisca una? Le cose portano sempre a spasso il loro contrario.
Vivere in campagna mi porta a un piú stretto contatto con la cittá e con la strada, la calle e la carretera. Guido e cammino, mi sposto, faccio coincidere le cose e quando mi devo riposare cerco un posto anche fuori casa, oggi per esempio, la palestra delle superiori dove lavora il mio compagno, in centro a Jerez. Prima, che vivevo in centro, stavo molto piú in casa. Va detto che la casa nuova in campagna sembra fatta apposta per le gravide, piena di poltrone a dondolo, con gli uccellini che cantano e l'aria fresca. Ah, e gli aerei della base Nato qui a fianco, che volano bassi e invadenti come avvoltoi. Ci sono studi che dimostrano una relazione tra questa base nato e il cancro nella zona. Una zona alla Van Gogh, piena di campi di grano, di girasole e di vigneti. E un carcere gigante al lato...
La mia gatta Sole (Soledad), compagna di sette traslochi, ha traspassato, vittima della campagna, so per certo che il suo corpo é dietro un muro. E' durissima accettarlo, dovrei pensare a un altro animale domestico, ma mi sembra un po' paradossale in questo momento della mia vita. Uno no, magari due.
Sunday, June 10, 2007
Il/la matrono/a
Il matrono, figlio della matrona, se da una parte riflette un certo corporativismo medievale di trasmissione ereditaria del mestiere, dall'altra parte sbandiera un certo anticonformismo nei confronti della medicalizzazione del parto e, da buon figlio che si rispetti, certa ribellione verso metodi e convinzioni di ostetricia della madre. Che crogiuolo di contraddizioni...
Venerdí scorso ci ha dato una lezione di allattamento simulando le varie posizioni con un bambolotto e, devo dire, poteva risparmiarsi certe goffaggini e nervosismi da maschietto nel ruolo 'sbagliato' e far finta di allattare come se fosse una donna che ha partorito...sarebbe stato molto piú interessante, dal mio punto di vista.
In ogni caso, la lezione é stata molto interessante, alla frontalitá e magistralitá della madre ha opposto un metodo di trasmissione del sapere molto piú orizzontale e interattivo, ci ha fatte disporre in cerchio ed esporre tutti i dubbi e domande che volessimo, correndo il rischio del caos che ogni dibattito potenzialmente contiene. Meno male che eravamo solo 5, sennó ne sarei uscita con il mal di testa, come mi succede spesso quando esco dal corso di formatrice che sto facendo, soprattutto quando provo a moderare un dibattito in tema di genere.
Altra cosa che ha sottolineato, gli esercizi pre-parto non servono a niente, perché una volta che sei lì tra dolori e medici intorno, ti dimentichi di tutto e se soffri troppo ti mettono l'epidurale, per cui a poco serve la preparazione fisica. Non sono molto d'accordo, credo che il corpo abbia una memoria propria, ma sono troppo pigra per mettermi a fare prove di espulsione. Da un altro punto di vista, dice lui, il movimento e lo sforzo da fare sono gli stessi che ripetiamo ogni volta che espelliamo la nostra cacca, tant'é che spesso le incinte in sala parto, invece di fare il bebé, rilasciano un bello stronzo. La natura ci riempie la vita di metafore suggestive...
Nella precedente lezione, la matrona-madre, ci ha fatto vedere un video sul parto, con sapore ad anni '80, nel corso del quale spiccava in alto a destra, per tutta la durata del filmato, il nome di una grande multinazionale svizzera che non c'è bisogno di menzionare, e che ha fatto del parto e dell'allattamento un business a livello mondiale e soprattutto terzomondiale. Nel video si vedeva il lavoro di medici, ostetrici e infermieri intorno al corpo nudo di una donna che partoriva in 5 minuti, ma che era andata in ospedale subito, alle prime contrazioni, rimanendoci un giorno e mezzo prima di sgravare.
Non sono contraria alla medicalizzazione del parto, non mi seduce il romanticismo del parto in casa: nelle mie fantasie piú inconfessabili mi vedo seduta in una piscina rotonda con un ginecologo/a in muta da sub che mi tira fuori il bimbo e me lo manda nuotando in stile rana. Non amo i medici e gli ospedali alla follia, ma a qualcuno dovró affidarmi, come quando mi rompo una gamba, come direbbero gli psichiatri... E' probabile che partorisca con un cesareo, il mio bimbo é tranquillamente seduto nel mio ventre, chi glie lo fa fare di mettersi a testa in giú? Ma c'è ancora tempo per le sorprese...
Tuesday, May 29, 2007
el medico del embarazo
Il caldo pre-estivo, la feria e gli alberi in fiore fanno rinascere questa cittadina di provincia, al corso di formazione di formatori a cui mi sono iscritta circola nuova informazione, prosperano nuovi stimoli e nuove idee di lavoro.
Oggi riflettevo sulla professione del medico a cui sono andata stamattina per avere i risultati delle analisi, controllare peso e pressione...insomma, la routine delle gravide. Ho un medico generico che solo si occupa di me dal punto di vista di quello che porto dentro: el medico del embarazo. Che professione geniale, oggi gliel'ho anche detto. Non ha a che fare con malati, non sente lamentele, non deve dare brutte notizie (nel caso, ci pensa il ginecologo), gli piace il suo lavoro e spera che non glielo cambino. Uno dei pochi casi in cui la medicina non ha a che fare con la malattia. Da un altro punto di vista, un'ulteriore ingerenza medico-istituzionale sulla vita delle persone, un ulteriore tappa di controllo dello stato sulle nascite dei suoi cittadini. Io lo vedo una risorsa, anche se mi piacerebbe poter vedere le analisi da sola dopo una settimana che le ho fatte, non dover aspettare un mese e che me le dia lui. Oggi gli ho chiesto se si occupasse anche di parti (plurale di parto), e mi ha detto di no, lui é un medico generico che solo ha a che fare con le donne incinte, per le analisi, per le ricette, per il ferro o l'acido folico. Che professione!
Saturday, April 28, 2007
maschi o femmine?
Diventare madre de essere abituate a mettere in discussione i ruoli di genere (e quindi un po' tutto) non è una passeggiata di salute.
Due medici mi hanno detto che é maschio, la gente mi dice che é femmina, non so a chi credere.
Sto facendo un corso di formazione per diventare formatrice, tutti i pomeriggi fino a fine luglio, mi permetto il lusso di ritornare a scuola, questa volta senza compiti a casa. Ieri, come dinamica di gruppo, abbiamo fatto un dibattito 5 contro 5, sull'opportunitá o meno delle adozioni da parte delle coppie omosessuali, ed é stato molto interessante. Fortunatamente sono capitata dalla parte di quelli a favore.
Nel mio gruppo abbiamo fatto una riunione iniziale per riunire le argomentazioni, e anche un giro di posizioni reali sulla questione: c'erano un ragazzo indeciso piú propenso per il no, una ragazza contraria perché la natura é saggia, un'altra ragazza favorevole perché molti bambini sono senza genitori e un altro ragazzo, che si é incorporato al corso da due giorni, che ha dichiarato per primo, aprendo le mani come due ventagli: Io sono totalmente a favore. Ok, dico, e comincio a verbalizzare le sue argomentazioni su foglio. Avevamo scritto anonimamente i temi del dibattito che avremmo voluto, poi si é votato e la maggioranza ha propeso per questo. Tutti credevano che fosse stato lui a proporre il tema , invece l'avevo proposto io.
Tra le argomentazioni dei contrari, la necessarietá di una presenza femminile e una maschile nell'educazione e nella conoscenza del mondo del bambino, siano esse reali o virtuali, come nei figli di vedove o ragazze madri. Il ragazzo favorevole del mio gruppo a un certo punto, con una certa flemma wildiana, ha addotto: Insomma, non bisogna mica essere uomo o donna per essere femminili o mascolini. Mi é sembrato geniale, un grande.
A questo punto potrei citare l'esempio del mio ex vicino, sull'isola, che ho visto da poco, praticamente sposato con un giovane che tratta come un re, si alza alle sei per preparargli il cestino della merenda per il lavoro, ogni giorno una cosa diversa, pulisce la casa, fa da mangiare, fa il bucato e pure lavora come aiuto-cucina in un ristorante. Sceglie per lui anche i vestiti, lo mette tutto in tiro per uscire, lo veste da donna per il carnevale e cosí via...Una mamma tradizionale, con il grembiule, te lo racconta tutto e ha la foto della Vergine con fiori nel salone, peró uomo. Sovversivo, a suo modo...
Wednesday, March 28, 2007
21 settimane
Dopo vari minuti passati a tasteggiare con la faccia affondata nello schermo, oggi l'ecografo ha voluto emozionarmi (fa parte della prassi) volgendo ad un tratto lo schermo in 3D verso di me e dandomi pugni nella pancia. E c'è riuscito. Si vedeva il bambino a colori, muovendo il braccio vicino alla testa, in un atteggiamento che ha generato due interpretazioni contraddittorie: Fa il pugno chiuso, vedrai che vita difficile di fará fare questo birbante, secondo il medico, e Che timido guarda si copre il viso, secondo l'infermiera. Mi è piaciuta questa ambiguitá, la forza e la timidezza, coprirsi dietro un pugno chiuso, poi ho concluso che volesse solo proteggersi dai puntelli del medico. Il medico ha confermato: machote, e al salutarmi quando me ne andavo mi ha detto Complimenti per il maschio (machote), ha confermato anche questo. Che, quando é femmina faranno una faccia più mesta? O si riferiva alle qualitá di questo maschio in particolare, il maschio del futuro?
Monday, March 19, 2007
Deconstructing pregnancy (I)
Sono stata in Italia 5 giorni, a fare scorta di chiacchere e punti di vista sulle questioni che mi sto ponendo in questo periodo, tipo la costruzione sociale della riproduzione e perché si desiderino figli. Sto anche leggendo libri in materia, i pochi che ho trovato utili, e se da un lato sto realizzando un sacco di cose molto interessanti, dall'altro mi sento come la prima donna incinta della terra. Non tanto per magalomania, quanto per solitudine: mi vedo sola ad affrontare qualcosa senza avere esperienze precedenti, nè nipotini, né figli di amiche strette (le mie amiche strette non fanno figli, e su questo non mi viene da indagare, mi sembra assolutamente normale – anche se magari li desiderano per un futuro remoto), né persone intorno che mettano in discussione l'esistenza di un naturale istinto materno di riproduzione e protezione per ricongiungersi al naturale movimento di autoconservazione della specie nel momento in cui naturalmente scatta l'orologio biologico...bla bla bla.
Nel poco tempo che ho passato con i miei genitori ogni discorso o riferimento era a donne incinte, donne che avevano partorito, notizie di donne ecografate male, ecc. ecc. Una sera sono stata de/portata a casa di una coppia di loro amici che aveva appena partorito una bambina, mia madre l'ha presa dalla culla mentre dormiva tranquilla, l'ha tenuta in braccio un po' e poi TOMA, ora la prendi in braccio tu. Io mi presto ma faccio l'occhiolino al gatto desiderando in realtá spupazzarmi lui piuttosto. La madre della neobimba dice il peso in kili con ben 3 cifre dopo l'unitá, ossia 'quando è nata pesava 2 kili e 362 grammi, quando l'ho allattata non ci credevo: 2 kili e 789! Che mangiona!' (ho preferito pensare che vendesse droga). Quando ha fatto le ecografie si é sempre messa a piangere dalla commozione, ma, per l'esperienza che ho io, nelle ecografie solo il dottore vede e ti indica ossa e organi, tu fai sì sì, ma potrebbe essere qualsiasi cosa, non si capisce veramente un cazzo. Forse é per quello che si é messa a piangere.
Mi sono anche fatta portare da mia madre a farne una, cosí, visto che mi ero dimenticata a jerez le foto della precedente, e appena il medico mi ha fatto vedere quelli che sarebbero i coglioncini, mia madre ha detto “meno male, cosí non dovrá partorire”. Che delicatezza! Peró dovrá fare il militare. No, il militare non é piú obbligatorio. Invece partorire sí...
Saturday, February 10, 2007
Ma che Dico Pacs...
Il testo, a quanto pare, é una gincana di acrobazie linguistiche per mettere d'accordo tutti, "é stato scritto q.b., come nelle migliori ricette di cucina", dice la Pollastrini. La donna partorisce e cucina, poi? Cuce le varie anime del centro sinistra come una variopinta coperta ricamata all'uncinetto? Crea armonia tra elementi discordi come una buona padrona di casa?
Non ci siamo proprio, come direbbe Rutelli...