Friday, August 24, 2007

Gael

Il nome Gael non l'ho scelto io, se fosse stato per me gliene avrei dato uno piú comune, magari che esistesse in piú lingue, che ne so, Lucas, Daniel, David, Lorenzo, Elias, Samuel, Manuel...per rendere la vita un po' piú facile a chi presumo si troverá ad essere straniero un po' dappertutto. Ma non posso negare che mi piaccia molto il suono e poi l'ascendenza celtica e pagana esercita su di me una certa fascinazione. I celti erano un gran bel pezzo di popolo e soprattutto erano nomadi.

Insomma, alla fine si chiama Gael, devo ripeterlo qualche volta prima che lo capiscano. Non é difficile, sono solo quattro lettere (l'accento sulla e) ma é sconosciuto, e questo genera un certo sconcerto iniziale che a quanto pare allunga il processo di intendimento.

Mia nonna ha fatto subito la trasposizione biblica, trasformandolo in Gioele, chiaramente quando non si conosce qualcosa si tende ad assimilarlo a qualcosa che si conosce giá.

Ma la cosa piú assurda mi é capitata all'anagrafe, all'ora di produrre il libro di famiglia. La funzionaria, tra morticia adam e una sorellastra di cenerentola, alla verbalizzazione del nome ha preso il suo libro dei nomi e ha riscontrato che Gael non figura, così, dopo 4 ore di attesa cominciata alle sette del mattino, ha avuto il coraggio di dire: nel libro non c'è, dovete andare su internet e cercare il significato e l'origine di questo nome perchè non è chiaro se sia maschile o femminile, poi tornate. Attenzione, il ragionamento é tortuoso. Sottintende varie cose: non si puó dare a un figlio il nome che vuoi se non compare nel libro dei nomi; dal significato e dall'origine del nome si capirebbe se va bene per un maschio o per una femmina; in un tribunale fa fede un sito internet quale mondoalfemminile.com come fonte ufficiale, attendibile e autorevole per determinare come si chiamerá tuo figlio; non é ammessa nessuna forma di ambiguitá di genere nel nome che darai a tuo figlio.
Ho provato a dire che non ero pratica di internet e che c'è un attore famoso che si chiama Gael Garcia Bernard (La mala educacion di Almodovar, Amores perros, Y tu mama tambien), ma non c'è stato verso. Ho dovuto tornare con un docomento word fatto di copia-incolla (avrei potuto scriverlo io) in cui si diceva che Gael in castigliano é un nome maschile, anche in francese, ma in rari casi casi poteva essere femminile. Ha cercato di attaccarsi anche a quello, ma alla fine a desistito. Che fatica!

Tuesday, August 21, 2007

Nel nome della madre

La consapevolezza di essere madre mi é arrivata burocraticamente. Stavo compilando i moduli dell'anagrafe, dovevo scrivere i dati della madre e ci stavo mettendo quelli di mia madre, invece di metterci i miei.
Sará perché ce l'ho avuta qui per tre settimane, in un momento piuttosto particolare della mia vita, ma d'altra parte contro l'istinto alla sopravvivenza della specie e della stirpe, pare non si possa fare molto. Una nuova nascita in una famiglia rimane un evento eccezionale a cui la famiglia deve partecipare. Deve essere stato molto contraddittorio per non dire una vera e propria situazione paradossale dal punto di vista di mia madre trovarsi a riprodurre con il nipote le stesse coccole e paroline che ripeteva a me da piccola e allo stesso tempo vedersi a che fare con il risultato superscontroso, ipercritico e antipatico di tutto ció.
Continuo ad avere certe riserve verso i legami non scelti, quelli scelti dovrebbero essere parificati (non solo la coppia, ma il circolo, la comunitá), lo dico avendone appena creato uno scelto solo da una parte.

Ferragosto, o Santa Epidurale

Non sono brava a descrivere le sensazioni fisiche, ma posso dire che, intorno all'una di notte del 13 agosto, ho avvertito un dolore intenso e ascendente, ma che non durava molto, nel basso ventre, o basso pancione, che ho identificato come contrazione da parto. Ero giá fuori tempo di una settimana, i miei fabbricatori (oddio cosa mi é uscito...) in casa da due - ora stanno reimpatriando - e sinceramente avevo voglia che succedesse al piú presto (il parto e il reimpatrio). Ho guardato l'ora e aspettato le seguenti contrazioni per cronometrarne la frequenza, nel frattempo avvertivo piacere sottoforma leopardiana di cessazione del dolore, e leggevo riviste preparatorie. In una c'era scritto che il travaglio durava intorno alle sei ore, c'ho creduto ingenuamente, mi sono lavata e depilata le parti basse molto piú barbaramente di come lo avrebbero fatto le/gli infermieri, e dopo aver dormicchiato un po', verso le 7 e mezza sono andata all'ospedale. Lì, ho dovuto aspettare altre 16 ore prima di dare alla luce il pargolo, alla faccia della rivista... Non ho simpatia per gli ospedali, ma dopo tutto preferivo stare in un posto dove si partorisce che non in uno dove sono io l'unica con le doglie, sembra banale ma é così.
Le ultime ore, le contrazioni si sono fatte piú intense, piú lunghe e piú frequenti, é arrivata la epidurale ma metá del mio corpo non ha voluto saperne, cosí dopo un po' è arrivata una seconda dose di epidurale, che mi ha reso molto loquace e mi ha portato nell'aria, a radiocomandare il mio corpo da un metro di altezza. Spingi come se dovessi andare in bagno, mi diceva l'ostetrica, ed ecco intervenire la memoria a pilotare un movimento che il mio corpo non percepiva assolutamente, ma che in un paio di spinte ha espulso la bellissima creatura.
Me l'hanno consegnato subito in braccio, mentre il mio compagno tagliava il cordone, era messo in forma di uovo, gli mancava solo il guscio. Me lo aspettavo stropicciato e contratto, e invece, pelle liscia ed espressione non estraniata. Uguale al nonno gitano, come mi aspettavo, ma non si puó ancora dire, potrebbe avere la mia bocca, non che me ne freghi nulla se mi assomiglia o no.
Ho passato un altro giorno in ospedale con il bambino accanto in stanza con me e poi mi hanno mandata a casa, piú leggera. Quindi, sí alla medicalizzazzione del parto, ma, attenzione, allattamento materno, preferisco evitare troppi strumenti, oggetti, dosaggi e troppe visite mediche.
Dare il latte é una delle cose meno istintive che abbia mai sperimentato, si é fatto desiderare, ma poi é venuto, con prepotenza. Ora il seno ha preso il posto della pancia come centro dell' attenzione del mio corpo. Anche senza il bambino dentro, non posso ancora dormire a pancia in giú.

Tuesday, August 07, 2007

Porti o frontiere

Mi si pone la questione di dove far nascere il bambino. Jerez de la frontera, el puerto de santa maria, Cádiz. Cádiz sarebbe perfetto, una cittá bellissima, la piú antica d'europa, un nome corto per riempire le pratiche burocratiche, fa anche provincia, niente cittá tra parentesi...ma mi prende un po' fuori mano, a píu di mezzora da casa mia, un sacco di traffico e ingorghi per arrivare. El Puerto de santa maria, l'ospedale é vicino, ma il nome é troppo lungo e c'è una santa di mezzo. Jerez de la frontera é lungo anche quello, per ogni 'nato a...' bisogna scrivere quattro parole, a meno che in futuro Jerez diventi talmente importante che si ometterá il 'de la frontera'. O a meno che si smetta di identificare le persone per il posto in cui sono venute al mondo. Togliere la frontiera un po' mi dispiacerebbe, d'altra parte. Quindi, meglio frontiere che sante, il pargolo nascerá a Jerez de la Frontiera, ho fatto tutto lí e ho piú appoggi lí che in altri posti, deciso. Domani finisco il tempo secondo i medici, faró un controllo di routine, spero che non si mettano in testa di provocarmi un parto, mi piacerebbe che decidesse lui quando uscire.

Friday, August 03, 2007

ultimi giorni

Sta per scadere il tempo medico della gestazione, questione di giorni, mi sento come se andassi impreparata a un esame, ma va detto che ho sempre affrontato queste situazioni con una certa spavalderia. Ho concluso il corso in bellezza dando una lezione sulla costruzione sociale della realtá - ognuno doveva fare il docente di qualcosa come prova finale, ho ascoltato dalla storia, al giardinaggio, a come fare uno stipendio, alla gestione di un corso a distanza, il ritocco fotografico digitale e l'alfabetizzazione informazionale, interessante, quest'ultimo, e anche una di rilassamento, che non viene male ora come ora. La mia lezione é stata sul genere, ho proposto l'analisi di una riscrittura di cappuccetto rosso in chiave politicamente corretta...Ho anche organizzato un barbecue di fine corso in casa mia, che é durato 13 ore. Avrei potuto proporre un video di una regista basca famosa, in cui si vede partorire un uomo in ospedale, e tutti lo considerano perfettamente normale, come se fosse una donna peró uomo, partoriendo. Finisce dicendo "il parto é nostro, ridatecelo", ma si sarebbe andati sulla medicalizzazione del parto, e su certa differenza biologica che non é il mio forte. Non ho ancora deciso in che ospedale andare, vedró credo sul momento, spero di andarci il piú tardi possibile e di sbrigarmela in fretta. Non so su quali basi lo spero.
Mi danno 2.500 euro per fare un figlio, si tratta di sapere come e quando. Non so cosa pensare di questa manovra, peró non posso dire che mi venga male. Questi soldi per ogni neonato e per ogni nuovo adottato. Supermanovra elettorale, un po' di destra, ma perché no?