Friday, August 18, 2006

Trasformazioni

Volendo imbellettare la realtà, vivo in una casa piccola per me sola, in cui c’è tutto: camera, salone, sala da pranzo, cucina, bagno, mansarda, terrazza e patio. Il tutto in miniatura, piano basso e nessuno sopra di me, finestra e porta su una strada che porta il nome di una battaglia. Questa casa ha cento anni, un lusso da queste parti, dove tutto è alto nuovo e vuoto. Questa casa é l'esatto contrario di quella del mese passato, un attico enorme, bianco, nuovo e vuoto. Ho già allestito l’aula multilingue, mi manca solo una tavola rotonda, ma d’altronde ho un solo alunno (il guardia di cui sotto). Dal tetto vedo il mare, un mare di ondulina, tre ciminiere e una centrale elettrica. Ma il centro (di Jerez de la Frontera) non è tanto lontano, volendo imbellettare un poco il tutto si potrebbe dire che la mia situazione è tra un’amelie gitana e Marcovaldo. Mi vesto con lo stile sofferente (ma sexy) di guinneth palthrow in sliding doors, dopo la separazione dal compagno. Ho già deciso di imbiancare (azzurrare) la stanza di sopra… aggiungete un buon pizzico di disperazione alla Juliette Binoche nella prima parte di film Blu di Kieslovsky (??) e una manciata di tristezza di Lucia nella seconda parte di Lucia y el sexo, ed ecco pronta la ricetta. Un cocktail di risorse per una identificazione autoavvalorante. Ho una gattina siamese super affettuosa che si chiama Soledad, che mi capisce perfettamente, almeno lei. E’ troppo piccola per cacciare, ma si intratterrà presto con gli scarafaggi e qualche topino. Per non parlare delle guerre dei gatti sui tetti di ondulina…e delle serenate che le faranno quando sará grande!
Prenderò lezioni di flamenco, ho anche scritto la prima parte di una buleria. Cominceró con le mani, poi vedró se danze o cassa.

Oggi è venuto il proprietario della casa in moto e in divisa da polizia nazionale (in servizio) per delle infiltrazioni che gli avevo comunicato (oggi per la prima volta ho sperimentato la pioggia in andalucia), la salita delle scale gli è costata fatica perché era stretta e non ci passava col manganello. Io trattenevo le risate e intanto gli rinfacciavo di avermi detto, quando ero venuta a vedere la casa, che non c’erano perdite, mentre ce n’erano almeno due, e una che si sapeva. E lui, Ho provato varie cose con il muro, non c’è verso, sudando, e io, Chiami un muratore, carajo! e lui che è anche tappezziere e si crede tuttofare, sempre sudando, mi ha detto che farà sicuramente qualcosa. E' dovuto anche tornare a bussarmi perché si era dimenticato il casco.

Tuesday, August 08, 2006

La posta del cuore...

Se da molti punti di vista non ha alcun senso dire che una bella donna normalmente é stupida, tuttavia puó risultare probabile che un bell'uomo che abbia un corpo grande e forte non abbia granché da dire e a volte sia anche un po' idiota. Infatti, da un lato stanno i palestrati e i discotecari, che pensano solo ai muscoli e al coño, dall' altro lato stanno quelli che per tutta la vita hanno fatto lavori duri e pensato solo al lavoro, trascurando vari altri 'dettagli' del vivere, con lo scopo di dimenticare qualcosa e il risultato finale di ridursi la mente a qualcosa che assomiglia a quelle lavagnette magnetiche da bimbi, in cui con un breve movimento da un lato all'altro, si cancella tutto. Quando il breve movimento non é piú una decisione personale ma é diventato, con il passare degli anni, un'abitudine, come la notte tra un giorno e l'altro, allora, da un certo punto di vista, che senso ha affannarsi a scrivere sulla lavagna magnetica? Bisognerá trovare un altro supporto, o un altro uomo grande forte, gentile, con una mascolinitá differente, un quaderno sotto il braccio e una penna in tasca. Perché dei computer non ci si puó sempre fidare.
Per i grassi é un'altra storia, ma non mi piacciono, anche se li preferisco ai magri. Gli sportivi neanche a parlarne, i ballerini ufff...troppa disciplina.
E perché poi desidereró il corpo di un uomo, quando é evidente che vado piú d'accordo con le donne, in proporzione? Ahi, in che paradosso mi sono ficcata!

Friday, August 04, 2006

Tra le tante andaluse...

Ma sì, raccontiamone una a caso, giusto per mantenersi in forma. Tre settimane fa (ma potrebbe essere anche un anno), il 16 luglio, giorno della vergine dei marinai, avrei dovuto installarmi in una stanza a Jerez, in appartamento condiviso con: i padroni di casa (uno che mi guardava con un occhio solo e io non sapevo mai qual’era, sedicente dottore, nonché ipertiroideo, con fare accelerato e atteggiamento invasato, più la fidanzata boliviana) e un’altra signora, probabilmente dell’Europa dell’est, che aveva affittato un’altra stanza dello stesso appartamento, situato in una di queste urbanizzazioni enormi che costellano tutta l’Andalucia. In un sabato in cui avevo bisogno di un posto mio e basta, ho creduto in questa possibilità e gli ho lasciato 100 euro solo per poter avere delle ‘chiavi di casa’ in tasca. Con tanto di ricevuta di suo pugno in foglio di quaderno, che ho tenuto io, lui no. Nel frattempo ripenso alle conversazioni e lascio passare un giorno, in cui peraltro lo chiamo e lui non risponde al telefono, e finalmente penso: fino a che punto mi ha preso per il culo questo? In effetti a ripensarci l’indice era davvero troppo alto e io avevo troppo bisogno di tranquillità per permettermi di dover stare all’erta, così il giorno dopo, invece di entrare nella suddetta casa, a jerez ho cercato un’hotel carino e ci sono stata due giorni in raccoglimento, finchè non è arrivata la casa dove sto vivendo ora. Ma a questo punto si poneva una domanda: e le 100 euro? Bisognava recuperarle. Vado con le buone, lui risponde con le cattive, io replico con buone cattivissime, tipo che ci vediamo di persona così posso restituirgli le chiavi, lui accetta e mi manda la fidanzata, tende sempre a farmi parlare con la fidanzata perché sennò si altera, mi rendo conto nel frattempo. La fidanzata arriva provando pateticamente a fare la dura e io gli dico, Ti sei tagliata i capelli? Ti sta bene! Le vedo la mano, le banconote non erano accartocciate abbastanza bene per non sembrare solo 50, e lei, che si aspettava le chiavi, si è beccata un bel Meglio che cambi la serratura, guapa!, e via dentro la stazione, suona il telefono è lui, che mi dice Te acabas de buscar un problema, Il problema te lo sei appena cercato tu, gli dico io, e via minacce di denunce da ambo i lati. Vado da un guardia della stazione, piuttosto alterata in effetti, gli spiego la situazione e lui va a consultarsi con un suo collega agente immobiliare (..?!), e risulterebbe che lui avrebbe diritto a tenersi la caparra. Io so che lui non è in diritto di affittare una stanza senza dichiararlo, ma a poco a poco mi tranquillizzo, comincio a sentirmi una regina per aver recuperato la metà dei soldi, chiamo per telefono risponde lei e le dico Ascoltami, non voglio problemi vieni qui che ti restituisco la chiave ti aspetto alla porta, E PORTATI ANCHE TUO MARITO, CHE GLI VOGLIO VEDERE LA FACCIA UN’ALTRA VOLTA..E lei Porque, te gusta? Eh? Te gusta mi marido? E io, Sì, me gustan los biscos! (mi piacciono gli strabici!) E lei, no, vengo da sola. Nel frattempo aspetto sulla porta con il vigilante e loro chiaramente non vengono perché io sono con un signorotto in divisa e manganello, e ho più fogli in mano di lui, che non sa niente di me o quasi. Dopo un po' mi chiama lei e mi dice Ho parlato con l’avvocato, mio marito è andato a lavorare (era lì a suggerirle), mi ha detto di lasciar perdere, quindi mandaci le chiavi e il foglio della ricevuta per posta. Io le dico che si, chiaro glie lo mandavo subito. Per sicurezza mi hanno fatto anche chiamare da un sedicente avvocato di cui ho ascoltato il messaggio in segreteria. Avevo tre giorni di tempo. Ho lasciato passare un po’ di più ma alla fine oggi gli ho mandato chiavi e un pezzo del foglio della ricevuta che non dice nulla di me (avrà pensato che sono mafiosa), l’ho fatto anche perchè nel frattempo alla stazione avevo fatto amicizia con il vigilante, che da domani comincerà a venire a lezione di inglese, se dio vuole. Più avanti chissà, anche un collega e il figlio. Ho giá attrezzato l’aula multilingue…